giovedì 21 aprile 2011

E' un killer organizzato l'assassino di Carmela Rea ... serial o rabbioso? O domestico?

L'assassino si è sporcato del sangue della vittima, probabilmente si è ferito colpendola; il suo mezzo di trasporto e il luogo dove ha fatto stazionare il corpo sono sporchi di sangue; ha sferrato i colpi con violenza cieca, punitiva traboccante d'odio. Poi ha avuto a disposizone il corpo inerte della vittima sul quale ha agito attività di manipolazione, di messa in posa e composizione, ma non agito pratiche sessuali. Sulla stessa ha dovuto lasciare tracce proprie, e su di sé ha tracce della vittima.
Se è un soggetto dell'ambiente domestico il caso si chiuderà quando arriveranno le evidenze criminalistiche, di laboratorio e medico legali, perché tutte le contraddizioni esploderanno.
Se è un soggetto esterno, si deve valutare che ha catturato velocemente la vittima approfittando di un calo del suo sistema difensivo, della solitudine del luogo, delle circostanze, oppure della non diffidenza della vittima.
Si tratta allora di soggetto (i) predatore stanziale, meticoloso, pianificatore, conoscitore dei luoghi, delle abitudini e della logistica delle zone, che ha ideato un modus operandi e un metodo di approccio con la vittima - e di cattura - abile, invisibile ed astuto. Un situazionale.
Un predatore che si è organizzato strumentalmente, logiscamente e per modus operandi per attendere la preda al varco, per attirarla in trappola, per catturarla e traportarla altrove, per agire su di lei., oppure che ha approfittato della situazione.
Un soggetto così può essere sia un serial killer, sia una persona che ha agito in modo estemporaneo e/o che spasimava per la donna.
Naturalmente occorre prima analizzare la vittimologia, i vari background, le analogie, i contatti telefonici e di frequentazione, oltre ai percorsi, ai tragitti ed alle varie sincronie spaziali-temporali, per poi attendere gli esiti delle indagini criminalistiche, delle evidenze medico legali, delle investigazioni tradizionali e d'intelligence.
Occorre conoscere i movimenti, i comportamenti, le abitudini e le interrelazioni di Carmela Rea e del marito, sapere se erano già stati sul luogo della scomparsa, chi aveva deciso di andarci, chi lo sapeva.
Per ora prendiamo in considerazione solo i due scenari di difficile soluzione: quello del serial killer e quello del soggetto stupratore e/o situazionale. Quello domestico è fin troppo facile e, come già detto, appena arriveranno i dati scientifici, si autorisolverà.

IPOTESI PRIMARIA: SERIAL KILLER
Non possiamo ignorare le analogie e le coincidenze fra l'omicidio di Carmela Rea e quello di Rossella Goffo: gli stessi tratti femminili marcati, alteri ed avvenenti, l'ambiente militare e/o paramilitare di frequentazione, la zona della scomparsa e del ritrovamento, l'impadronimento repentino ed astuto delle vittime, l'accanimento esasperato contro i loro corpi, la libertà di movimento in un territorio speciale, il possesso di un veicolo pratico e insospettabile. In tutto questo ricordiamoci che il modus operandi varia con l'apprendimento e l'esperienza e che la firma psicologica resta la stessa.
NON PARLARE DI SERIAL KILLER SIGNIFICA SPEGNERE IL LUME PER NON VEDERE QUELLO CHE NON SI DESIDERA.
Si tratta di un serial killer che genera fiducia ed appare innocuo, che è attratto dalle donne avvenenti, more, con aspetto serio e sobrio e che per lui sono NON RAGGIUNGIBILI: un soggetto che alla loro resistenza ed al loro rifiuto entra in stato di improvvisa collera maligna, quella del "guerriero rabbioso distruttivo, violento e implacabile", tanto da arrivare all'over killing ed allo sgozzamento.
E' un serial killer collerico esplosivo, primitivo, sadico, edonista, libidinoso e controllore del potere: è un assassino del tipo primitivo ed espressivo, che quando libera la violenza bestiale distrugge il volto, la femminilità, la bellezza e l'umanità delle vittime: over kill + sgozzamento femminile simbolico + volto devastato = fanatismo e missione di vendetta.
Il soggetto ignoto ha bisogno di trascorrere molto tempo con la povera preda per sentirsi vivo e dominatore, per umiliarla, per affermare la propria grandezza privandola della libertà e della vita, per eseguire il progetto criminoso.
La sua azione culmina nello scaricare la vittima lasciando una firma a due livelli: 1) la cattura della preda seguita dalla rivendicazione del proprio operato crudele e predatorio, dalla manifestazione della propria potenza e del proprio potere sul corpo della donna, dal disprezzo della vittima, dalla sua disumanizzazione tramite la distruzione del viso, dalla sfida agli inquirenti; 2)  i disegni sulla vittima con gli strumenti di morte, la composizione della vittima dopo averla scaricata, la messa in posa della vittima e la meticolosa composizione-organizzazione della scena che lascia agli investigatori per sfidarli e per depistare.
Vuole essere preso in considerazione dalle vittime, dall'opinione pubblica e dagli investigatori che gli danno la caccia: è in escalation omicidiaria.
Quando ha la preda in suo possesso mette in atto tutte le fantasie che ha covato per settimane e mesi, che lo dominano, che lo costringono a fare quel fa.

IPOTESI SECONDA. STUPRATORE E/O EROTOMANE DALLA RABBIA RIMOSSA
L'assassino è un maschio (con molte probabilità anche un soggetto erotomane) che da tempo desiderava sessualmente la donna, la quale, come è noto, non passava inosservata. Il soggetto ha avuto modo di seguirla sin da quando la vittima è uscita di casa con il marito e la figlioletta. La teneva sotto controllo.
Ha atteso il momento opportuno, l'ha seguita, l'ha approcciata: il resto è noto. E si ritorna agli aspetti essenziali della firma, del modus operandi e dell'organizzazione logistica-strumentale già citati. Il movente dell'omicidio è per tacitazione testimoniale, per collera esplosa in seguito all'insulto insopportabile del rifiuto, al non volere essere indicato come "colui il quale ha oltrepassato il segno e il limite", alla perdita del controllo.

L'IPOTESI DEL SOGGETTO DOMESTICO E' LA PIU' SEMPLICE ... !