martedì 17 settembre 2013

LO SMARRIMENTO DELLA RETTA VIA INVESTIGATIVA: DAL DELITTO DI VIA POMA ALL'OMICIDO DI KATIA TONDI

Indagini nate male e finite peggio, pressappochismi investigativi, intuizioni che diventano tesi, sospetti che prendono il sopravvento, formazione dell'autoconvincimento riverberante, tesi di cui ci si innamora: attenzione, l'errore investigativo è sempre in agguato e dall'errore investigativo si passa a quello giudiziario.

IL TUTTO SARÀ APPROFONDITO NELLA CONFERENZA STAMPA DI MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE ORE 15,00 PRESSO LA FONDAZIONE ELIO STICCO, VIA LUSSEMBURGO,  IN SANTA MARIA CAPUA VETERE CONFERENZA STAMPA SU OMICIDIO KATIA TONDI: “Il punto della situazione delle indagini e le investigazioni del Pool di Difesa di Emilio Lavoretano, marito della vittima. Il profilo criminale dell’assassino. Le piste investigative da seguire. Confutazione dell’ipotesi accusatoria degli Inquirenti. Chiarimenti e comunicazioni.”


In oltre cento casi d'omicidio fra quelli che ho trattato per motivi professionali ho constatato che QUANDO gli inquirenti partono male non imbroccano più la giusta strada (tranne eccezioni che al momento non mi sovvengono). Ho denominato questo fenomeno "smarrimento della retta via investigativa" provocato dall'innamoramento della tesi e del sospetto.
Questo tipo di smarrimento della retta via investigativa è accaduto, per fare qualche esempio, nei gialli di Via Poma, vittima Simonetta Cesaroni; dell'Olgiata vittima Alberica Filo della Torre; dei delitti del Mostro di Firenze (processo a Pietro Pacciani); di Massino Pisano, vittima la moglie Cinzia Bruno, dove l'uomo scontò ingiustamente sette anni di carcere; il delitto della "Catania bene", vittima Antonella Falcidia, col marito incarcerato, processato ed assolto; il delitto di Arce vittima Serena Mollicone, col carrozziere Carmine Belli incarcerato per 18 mesi, processato ed assolto; nei gialli di morti equivoche che vedono la morte del brigadiere dei Carabiniere Salvatore Incorvaia in Vimercate, del fisico ascolano Rodolfo Manno in Civitanova Marche, di Claudia Agostini in Roma zona Lungara, di Tina Pacciarella in Ciampino, di Mario Natali in Viterbo, di Umberto Cocco in Roma, e in diversi altri.
E in ogni caso di "smarrimento della retta via investigativa" sono stato costretto a confrontarmi e scontrarmi con i fautori/assertori dell'impianto accusatorio-investigativo. Situazione, questa, che ha sempre e comunque visto la sconfitta altrui e mai la mia, ciò per un solo motivo: valuto tutto con freddezza, distacco, senza emozioni, senza coinvolgimenti personali e forzature di alcun genere: "Tsuki no koro, mizu no kokoro: la mente come la luna, la mente come l'acqua". Valuto con logica sistemica basandomi sui pilastri della coerenza, scienza e della ragione, mai su "interessi di bottega", di immagine o di carriera.
 
L'OMICIDIO KATIA TONDI
Ritengo che lo "smarrimento della retta via investigativa" si stia verificando anche nel caso dell'omicidio di Katia Tondi dove è stato iscritto nel registro degli indagati il marito Emilio Lavoretano.
Inizialmente ero stato incaricato da Emilio Lavoratano, dalla madre e dal fratello della vittima di impostare un'analisi criminale per individuare elementi utili alla cattura dell'assassino (combinazione criminale). Ora le cose sono cambiate: Emilio è sospettato dell'omicidio, il padre della vittima si è scatenato mediaticamente, la madre e il fratello della vittima "seguono" il congiunto. Al che ho dovuto scegliere, e ho scelto la difesa di Emilio Lavoretano col doppio incarico da parte del suo difensore avv. Natalina Mastellone di individuare l'assassino di Katia Tondi e d'individuare elementi a favore di Emilio.
Ho valutato con freddezza il tutto, sono stato sui luoghi e sulle scene del crimine, ho parlato con diverse persone informate dei fatti, ho capito che Emilio era già "attenzionato" e "puntato" sin dall'inizio nonostante persona offesa. Ed ho fatto le mie scelte: difendo Emilio Lavoretano perché lo ritengo estraneo, perché intendo evitare un errore investigativo-giudiziario, perché intendo collaborare per assicurare alla giustizia il vero assassino di Katia Tondi.
Consiglio di leggere il comunicato di Emilio Lavoretano del 13 settembre dopo la trasmissione QUARTO GRADO e il mio (5 settembre 2013) dopo le dichiarazioni del padre della vittima al settimanale GIALLO.

GLI ELEMENTI CERTI SUL CASO KATIA TONDI
Sono pochi gli elementi certi, eccoli:
1) Emilio Lavoretano esce alla ore 19 e torna verso le 20; trova la moglie sul pavimento, chiama la vicina, iniziano gli allarmi telefonici, arrivano estranei, familiari, operatori del 118, operatori delle Forze dell'Ordine. La vittima è morta per strangolamento, non ha subito aggressione sessuale, non presenta tracce di difesa.
2) La sera stessa del delitto la scena del crimine viene liberata, invece di essere congelata e posta sotto sequestro.
3) Si verifica il seguente gravissimo evento: non vengono prese le temperature della vittima e le temperature ambientali.
Eppure sono decenni che diciamo, scriviamo, gridiamo, indichiamo e decidiamo in convegni, seminari, trattati forensi-investigativi e in sedi universitarie che la "scena del crimine è sacra", "via tutti, la scena diventa un santuario a disposizione della polizia scientifica", "prendere immediatamente tutti i dati di temperatura della vittimia e degli ambienti", "non sottovalutare nulla".
In tal modo è stato impedito alla "via investigativa" di individuare il momento zero e il segmento zero: momento della morte e segmento temporale di 30 minuti: un regalo al vero assassino: un regalo alla legge del sospetto!
In tal modo gli inquirenti possono essere condizionati psicologicamente a valorizzare solo il proprio operato.

PERCHÉ IL MARITO È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI?
Non penso che sia stato un atto dovuto, ho il convincimento (non riverberante) che gli inquirenti, allo stato dei fatti e degli atti, lo ritengano colpevole. Ecco i presupposti dell'impianto del sospetto degli inquirenti, fermo restando che ora non posso più scoprire tutte le carte, lo farò al momento opportuno:
  1. è regola regina sospettare in primis del marito;
  2. è regola sospettare di tutti, quindi anche del marito;
  3. le statistiche degli ultimi anni portano a sospettare del marito, del convivente, dello spasimante, del corteggiatore: nella fattispecie l'unica figura esistente ed appurata è solo quella del marito;
  4. la legge statistica criminologica investigativa del femminicidio spinge a puntare il marito;
  5. il marito aveva le possibilità esecutive, spaziali, temporali, di capacità e di opportunità di uccidere la moglie;
  6. esiste – in modo invisobile ma prepotenete e determinante - il modello Parolisi;
  7. esiste la regola dell'ultimo contatto in vita della vittima e della contiguità dell'aggressore;
  8. seguire il principio del rasoio di Occam (la via più semplice è sempre la migliore);
  9. chi se non lui? (legge dell'esclusione);
  10. qualunque incertezza/contraddizione del marito diviene motivo di sospetto.

ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI DI CUI, PRIMA O POI, QUALCUNO NE TERRÀ CONTO
Non esiste sulla scena alcun elemento criminalistico e di traccia criminale riferibile al marito.
La tecnica omicidiaria non è compatibile col movente situazionale del marito.
Il modus operandi dell'assassino e gli atti di matrice psicologica che ho letto sulla scena del crimine sono incompatibili con la figura e il comportamento del marito.
Il marito non aveva le possibilità esecutive, spaziali e temporali per commettere l'omicidio.
I dati investigativi nel loro insieme disegnano un quadro che scagiona il marito.
Esistono quattro tipologie di scenari omicidiari (ogni scenario prevede: tipologia di soggetto esecutore, piste, contesti, moventi, intenti primari, organizzazione, livelli criminali e situazioni) che gli inquirenti non hanno ancora sviscerato e, forse, nemmeno immaginato; ne parleremo alla conferenza stampa del 25 settembre a Santa Maria Capua Vetere, presso la Fondazione Elio Sticco.

COSA STA SUCCEDENDO? POCHI DEI MIEI MOLTI PENSIERI.
È molto probabile che gli inquirenti siano incappati nella mosca bianca dell'eccezionalità: "Si è fuori dalle statistiche: non è stato il marito!"
Ancora non sono stati individuati gli aspetti peculiari e speciali del delitto, quindi hanno latitato fantasia, immaginazione e creatività: ci si è adeguati alla conformità.
La qualità delle osservazioni che hanno prodotto l'accusa contro il marito, a dispetto di come ci ha insegnato Edgar Allan Poe, sono molto modeste, aspettiamo che arrivano le mie...

Comunque, scrisse Poe: "... l'abilità dell'analista ... ma la differenza nella portata delle indicazioni non consiste tanto nella validità della deduzione quanto nella qualità dell'osservazione". Al che, occorre capire cosa abbiano osservato gli inquirenti (perché, in che modo e la qualità delle osservazioni) e cosa abbiamo "osservato" noi della difesa di Emilio Lavoretano, qualità compresa.
Si sta obbedendo alla massima di Schopenaur: "Un'ipotesi svolge nella testa, una volta che vi si è insediata o, addirittura, vi è nata, una vita che somiglia a quella di un organismo, in quanto dal mondo esterno assimila soltanto ciò che le è giovevole e omogeneo, mentre respinge ciò che le è eterogeneo o nocivo, oppure, se non può assolutamente fare a meno di accoglierlo, lo espelle poi tale e quale".
Ci si può trovare di fronte al fenomeno del c.d. "autoconvincimento riverberante": più ci pensi più ci credi, più ci credi più lo modelli in modo di crederci: ma trattasi di qualcosa d'astratto!
Attenzione quindi all'errore della petizione di principio, alla trasformazione dell'intuizone in certezza senza che ne esistano i presupposti e i passaggi logici, tecnici, scientifici e di alta qualità.


IL TUTTO SARÀ APPROFONDITO NELLA CONFERENZA STAMPA DI MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE ORE 15,00 PRESSO LA FONDAZIONE ELIO STICCO, VIA LUSSEMBURGO,  IN SANTA MARIA CAPUA VETERE

CONFERENZA STAMPA SU OMICIDIO KATIA TONDI
Il punto della situazione delle indagini e le investigazioni del Pool di Difesa di Emilio Lavoretano, marito della vittima.
Il profilo criminale dell’assassino. Le piste investigative da seguire.
Confutazione dell’ipotesi accusatoria degli Inquirenti.
Chiarimenti e comunicazioni.”