lunedì 5 maggio 2014

Giallo della Lungara: vittoria della indagini difensive e della ricerca della verità

C.S. - Sono passati undici anni dalla morte di Claudia Agostini, uno dei cold cases di cui mi interesso per conto della parte offesa. Le nuove indagini disposte dal Gip rappresentano la vittoria del lavoro serio, professionale e meticoloso del Pool di difesa e del CESCRIN, delle indagini difensive a tutto campo coordinate dall'avv. Luigi VINCENZO e dal sottoscritto, degli strumenti mentali investigativi dell'Analisi Investigativa Criminale Sistemica e del Metodo MOCCI (Modello Organizzativo Criminalistico Criminologico  Investigativo). 
Sono undici anni che facciamo i salti mortali per cercare la verità a prescindere da opinioni e posizioni personali, professionali e di "schieramento".
Prof. Carmelo Lavorino


"DAL CORRIERE DELLA SERA
Morte di Claudia agostini: ripartono le verifiche
Si riapre il giallo di via della Lungara. "Non si è suicidata". Il gip ordina al pm nuove indagini.
 
ROMA - Si riapre il giallo di Claudia Agostini, l’insegnante d’inglese trovata morta in circostanze misteriose a via della Lungara la mattina del 13 ottobre del 2003, non può essere archiviata come un suicidio. La richiesta della procura di chiudere la tragedia come un atto compiuto da una persona disperata è stata respinta - per la seconda volta in undici anni - di nuovo da un gip. Rimane pertanto indagato con l’accusa di omicidio volontario l’allora convivente della donna, Leonardo Bellatti. Il pubblico ministero Nicola Maiorano dovrà riesaminare da capo la scena del delitto.
Sono le otto del mattino quando Claudia, 41 anni, viene trovata morta tra due auto in via della Lungara con le mani sul petto in segno di preghiera e il volto rivolto verso il cielo. Però, buttarsi da un palazzo di 19 metri e atterrare supini sul lato opposto della strada in uno spazio stretto tra due macchine senza danneggiarne nessuna e con le mani congiunte sembra «impossibile», come già scriveva nel 2007 il gip Roberto Laviola respingendo l’ipotesi del suicidio.

Gli occhiali. Scartata la tesi del gesto volontario, i nuovi accertamenti prendono spunto da alcune di contraddizioni emerse dall’interrogatorio dell’indagato, che non andava più d’accordo con la Agostini. Primo: appare anomalo che la tuta indossata dalla donna al momento del ritrovamento non sia sporca di sangue sulla spalla destra, dove è stata rinvenuta una ferita precedente alla morte. Eppure l’indagato ha sostenuto che quella notte indossava proprio quegli indumenti.
Allora sorge una domanda:la quarantunenne è stata uccisa mentre era nuda e poi vestita in un momento successivo? Ancora: gli occhiali di lei sono stati trovati nella zainetto. Anche questa appare un’anomalia: la donna è sempre stata miope e non avrebbe potuto salire fino all’ultimo piano senza gli occhiali. Il criminologo Carmelo Lavorino e l’avvocato della famiglia di Claudia, il legale Luigi Vincenzo, suggeriscono altre verifiche su strade mai battute in precedenza.

Gettata in strada. La Agostini potrebbe essere stata gettata in strada da via Orti D’Alibert su cui si affaccia una parte del palazzo dove viveva la coppia e che incrocia via della Lungara.
Il suggerimento è accolto dal gip: il vicolo è buio e avrebbe permesso all’assassino di preparare il cadavere della donna con pazienza senza essere disturbato dai passanti. Dalle indagini della parte civile emerge un altro dettaglio legato a via Orti D’Alibert: ci vive una donna che ha sostenuto di aver visto su via della Lungara il cadavere alle cinque e mezzo del mattino nel modo in cui è stato trovato. La teste è nata a Firenze dove ha i suoi natali anche Bellatti: i due si conoscevano e lei l’ha aiutato, come sospettano il criminologo Lavorino e l’avvocato Vincenzo? Domande che dovranno trovare una risposta."