giovedì 15 ottobre 2015

TRIADE CRIMINODINAMICA 11 Dicembre

http://detcrime.blogspot.it

CESCRIN


ROMA - Seminario di Studi CESCRIN

"Gli STRUMENTI INVESTIGATIVI 
Triade Criminodinamica e Criminal Profiling"
    Venerdì 11 Dicembre 2015
Presso LIBRERIA MEDICHINI CLODIO - Piazzale CLODIO 26 A/B/C – ROMA

PROGRAMMA
VENERDÌ 11 Dicembre – Ore 15,30 – 19,45
Prof. Carmelo Lavorino. "Triade Criminodinamica e Criminal Profiling: strumenti investigativi sistemici"
Dott. Enrico Delli Compagni "Triade Criminodinamica: Analisi Sistemica nell'ambito dei crimini sessuali, il Profiling di Hazelwood e la Geografia Criminale di Canter"
Prof. Marco Strano "Integrazione fra Psychological Profiling e DNA Profiling"
Dott. Giuseppe Budetta "La Firma del Soggetto ignoto: dal Profiling di Douglas alla Triade Criminodinamica"
Prof. Francesco Sidoti. " Ricerca, Logica, Tecnica, Scienza e Creatività nell'Investigazione Criminale"
A ogni partecipante verrà rilasciato ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
Quota di partecipazione al Seminario euro 40,00 - Studenti e Forze dell'Ordine euro 30,00
MASSIMO 20 PARTECIPANTI
TERMINE ISCRIZIONI SABATO 5 DICEMBRE
Valido per i crediti formativi CdL Scienze dell'Investigazione – L'Aquila


giovedì 8 ottobre 2015

PROCESSO MICHELE BUONINCONTI

PUBBLICO UNA MIA CONSIDERAZIONE DEL 29 GENNAIO SULLA MORTE DI ELENA CESTE E SULL'ARRESTO DEL MARITO MICHELE BONINCONTI


ARRESTO MARITO ELENA CESTE

MIA PRIMA CONSIDERAZIONE
Mi sembra che l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Miche Buoninconti, marito della vittima Elena Ceste, sia il frutto della pressione mediatica dei sedicenti "giornalisti investigativi" e dei saccentoni dei servizi sociali, della logica di un traballante "terzo escluso", di un insieme di indizi a due/tre facce, di una logica investigativa obsoleta, di una caccia alle streghe ed al marito "antipatico" "strano", "incerto", "maleducato con i giornalisti" e "misterioso": questo a prescindere dalla colpevolezza o non di Michele Buoninconti!
Attenzione, non c'è alcuna certezza che trattasi di omicidio, le prove scientifiche latitano, la fisiognomica non c'entra proprio nulla, le incertezze e le contraddizioni del marito sono caratteriali e non significative!
E nemmeno mi convince la dichiarazione del colonnello dei CC Fabio Federici "La donna sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione...il movente sarebbe..."Mie cinque domande... per ora: (1) quale traccia assolutamente certa prova che la morte sia avvenuta in casa? Mistero. Non è uscita fuori questa traccia regina. (2) Come si fa a dire che trattasi di morte violenta visto che non si conoscono le cause della morte e gli eventuali mezzi? (3) Perché si presentano "certezze" ammantate da dubbi e da verbi espressi col modo condizionale dubitativo? (4) Perché il movente viene presentato come ipotetico e incerto? (5) Perché si parla di "OMICIDIO PREMEDITATO" laddove, se il marito fosse colpevole, il suo gesto assassino e i "depistaggi" sarebbero il risultato di un modus operandi sgangherato, istintivo e disorganizzato e di un'aggressione d'impeto?
Penso che il Tribunale del Riesame potrebbe capovolgere la situazione...SE E SOLO SE LA DIFESA LAVORERÀ OTTIMAMENTE.

venerdì 2 ottobre 2015

Seminari VERONA e ROMA

"Gli STRUMENTI INVESTIGATIVI
Triade Criminodinamica e Criminal Profiling"
    Venerdì 11 Dicembre 
Presso LIBRERIA MEDICHINI CLODIO - Piazzale CLODIO 26 A/B/C - ROMA 

A ogni partecipante verrà rilasciato ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
Quota di partecipazione al Seminario euro 90,00 - Studenti e Forze dell'Ordine euro 60,00
MASSIMO 25 PARTECIPANTI - TERMINE ISCRIZIONI SABATO 5 DICEMBRE
Valido per i crediti formativi CdL Scienze dell'Investigazione – L'Aquila
Avanzata richiesta di riconoscimento Crediti Formativi Ordine degli Avvocati di Roma


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Seminario di Studi e Operativo "La Sicurezza Anticrimine"
VERONA - VALPOLICELLA : 27-28-29 Novembre 2015

MODALITÀ DI EROGAZIONE
L’evento formativo è suddiviso in QUATTRO moduli in cui sono previste lezioni teorico/pratiche, con la finalità di migliorare la sicurezza individuale del singolo operatore, impegnato in specifiche situazioni, aumentando inoltre la reattività in specifici contesti operativi.

 SEMINARIO "LA SICUREZZA ANTICRIMINE" – VERONA – VALPOLICELLA
Venerdì 27 - Sabato 28 - Domenica 29 Novembre 2015

VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015
1° MODULO - Ore 9.30:00/13:00 SALA MEETING
Lezione teorica "IL CRIMINE, LA SICUREZZA E L'INVESTIGAZIONE CRIMINALE"
CRIMINE. Il Crimine come Aggressione al Bene: la Minaccia, il Danno, il Rischio, la Situazione, l'Autore del Crimine. Il Crimine come Processo Strutturato. Il Modello Decisionale del Crimine. Docente Prof. Carmelo Lavorino
INVESTIGAZIONE CRIMINALE. I Principi Metodologici dell'Investigazione Criminale. C.L.
SICUREZZA OPERATIVA. Strumenti, Funzioni, Principi e Metodi della Sicurezza Operativa. Il Contesto della Sicurezza. Docenti Prof. Carmelo Lavorino, Dott. Emiliano Fedele
PSICOFISIOLOGIA DEL COMBATTIMENTO PER OPERATORI: TECNICHE DI GESTIONE DELLO STRESS”. Docente Prof. Massimo Blanco

2° MODULO - Ore 14:30/19:00 IMPIANTO SPORTIVO
Lezione Tecnico/pratica “DIFESA PERSONALE PROFESSIONALE e TECNICHE e TATTICHE OPERATIVE ANTICRIMINE”. Docenti: Istr. Michele Farinetti, Istr. Fabio Rossi, Dott. Emiliano Fedele, Istr. Alex Spagnoli
Approccio psicologico alla difesa; distanza di sicurezza operativa; approccio fisico e atteggiamento posturale del corpo; le differenze sostanziali tra arti marziali e la difesa personale professionale (tecniche operative); uso appropriato delle tecniche di attacco e difesa in relazione allo spazio e la distanza operativa; tecnica di difesa da calci, pugni, prese etc.; studio delle tecniche di ammanettamento, immobilizzazione e conduzione, cenni e introduzione all’utilizzo spray OC.

SABATO 28 NOVEMBRE 2015
3° MODULO - Ore 09:30/11:30 SALA MEETING - 11:30/19:00 IMPIANTO SPORTIVO
Lezione teorica e Tecnico/pratica - Docenti: Istr. Fabio Rossi, Istr. Michele Farinetti, Dott. Emiliano Fedele, Istr. Alex Spagnoli
CORSO ASP- A.B.C. - Armament System and Procedures Basic Course
DIFESA PERSONALE CON AUSILI DIFENSIVI (Law Enforcement).
Tactical Baton. Presentazione, funzione meccaniche, porto, manutenzione, estrazione, tecniche d’uso, tecniche

DOMENICA 29 NOVEMBRE
4° MODULO - Ore 09:30/13.00 Sala meeting (c/o Hotel Valpolicella International)
Lezione teorica "SCENA DEL CRIMINE, MODUS OPERANDI E CRIMINAL PROFILING NELL’ANALISI INVESTIGATIVA SISTEMICA"
Docenti Prof. Francesco Sidoti, Prof. Carmelo Lavorino
·L’ANALISI INVESTIGATIVA SISTEMICA
·SCENA DEL CRIMINE come serbatoio di Dati Info-investigativi e di Tracce del Crimine.
·MODUS OPERANDI per definire il Profilo criminale del soggetto ignoto.
·CRIMINAL PROFILING strumento investigativo dinamico prodromico alle attività d'indagine.


mercoledì 1 luglio 2015

DELITTO PERFETTO E DELITTO DELLA CAMERA CHIUSA...

A PROPOSITO DEL DELITTO PERFETTO E DEL DELITTO DELLA CAMERA CHIUSA

196 UN CRIMINE QUASI PERFETTO scritto e diretto da Angela Calefato



AVVISO:  SI TERRÀ A ROMA IL SEMINARIO CESCRIN SUL TEMA “IL DELITTO PERFETTO E IL DELITTO NELLA CAMERA CHIUSA: CONSIDERAZIONI CRIMINOLOGICHE E INVESTIGATIVE”

Un'opera teatrale deve essere vissuta, goduta ed assaporata attraverso le emozioni che il regista, gli attori e il climax trasmettono allo spettatore e che questi recepisce, elabora e vive a modo proprio. E ogni spettatore è diverso dagli altri per una miriade di motivi, e diviene il segmento aureo di un preciso momento speciale e irripetibile della fascia emotiva "palcoscenico – platea", composta da quello che viene emanato dagli attori, da quello che lo spettatore desidera, cerca, brama, capisce, memorizza ed elabora e dal quid speciale "corresponsione di sensi".
Angela Calefato, in questo contesto a spirale ascendente, ha affrontato a livello teatrale tre temi portanti dell'investigation, della detection, del giallo, del noir, del mistero, della crime'story e della sterminata letteratura di riferimento: il delitto perfetto, la camera chiusa e il dramma psicocomportamentale dei protagonisti. Triade tematica che pone le tre domande classiche: 1) esiste il delitto perfetto o vi è solo l'indagine inadeguata con l'assassino fortunato? 2) Vi sono ulteriori possibilità di escogitare un delitto della camera chiusa o siamo arrivati al punto della saturazione logico-investigativa? 3) Il comportamento umano è prevedibile o è una variabile impazzita?
Tre temi che molti autori hanno affrontato con successo e in maniera mirabile, da Edgar Allan Poe a Arthur Conan Doyle, ad Agatha Crristie, Ellery Queen, Edgar Wallace, sino a Dario Argento, a CSI e Criminal Mind, e Angela lo fa a modo suo, soprattutto come regista ed attrice che vuole e deve creare e trasmettere emozioni, attraverso l’intreccio di sei storie di vita separate che trovano nel finale un punto in cui si intersecano, vissuti che svelano la fragilità umana e fino a che punto può spingersi: con me spettatore al buio ed assorto nella rappresentazione c'è riuscita!
196 UN CRIMINE QUASI PERFETTO è un triller atipico, dove gli indicatori del crimine quali movente, contesto criminale, intento primario, metodica criminoesecutiva, premeditazione, livelli criminali, modus operandi, scena del crimine e vittimologia sono impalpabili e difficilmente individuabili e analizzabili... addirittura manca la figura del detective risolutore. Nella rappresentazione il mistero si alza e collassa, si riprende, vola ed avvolge, confonde e sorprende con indizi criptici e poi viene risolto con lo svelamento allo spettatore della verità dei fatti, delle morti e del movente, svelamento che si allaccia alle emozioni, ai morti ammazzati ed al climax creato ad arte da Angela Calefato, intelligente, tosta, creativa, fantasiosa, colta, ribelle e decisa, che ha regalato emozioni e sensazioni fortissime con la sua opera.
A cura di Carmelo Lavorino
AVVISO: SI TERRÀ A ROMA IL SEMINARIO CESCRIN SUL TEMA “IL DELITTO PERFETTO E IL DELITTO NELLA CAMERA CHIUSA: CONSIDERAZIONI CRIMINOLOGICHE E INVESTIGATIVE”

mercoledì 17 giugno 2015

OMICIDIO MARIO PICCOLINO

COMUNICATO STAMPA “CRITICO ASPRAMENTE L'ARTICOLO DEL SETTIMANALE GIALLO SULL'OMICIDIO MARIO PICCOLINO, DENUNCIO LA SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA REALTÀ DEI FATTI, MI RISERVO DI AGIRE LEGALMENTE, DICHIARO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE DEL COMUNE DI FORMIA AVREBBERO DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA A MOLTI...”
Critico aspramente il settimanale GIALLO nelle persone del direttore responsabile, del caporedattore e della giornalista autrice dell'articolo "IL KILLER GUARDAVA MARIO NEGLI OCCHI" (pag. 56-57, nr 26 Anno III, articolo sull'omicidio in Formia dell'avvocato Mario Piccolino accaduto il 29.5.2015) per il contenuto omissivo alterante della realtà dei fatti e la d.ssa Immacolata Giuliani che enuncia le mie dichiarazioni sul caso come se fossero le sue attribuendo a se stessa deduzioni, conclusioni e meriti certamente non suoi ma SOLO del sottoscritto ed evita, inoltre, di ammettere che io avevo ragione e lei torto. Articolo che (1) OMETTE DI INFORMARE L'OPINIONE PUBBLICA che sin dall'inizio dichiarai con motivazioni logiche, tecniche e scientifiche che non si trattava di killer professionista, né di sicario e omicidio di camorra, ma omicidio con movente del tipo personale, emozionale ed espressivo, pur essendo perfettamente a conoscenza di tutte le mie dichiarazioni e delle mie posizioni sul caso; (2) presenta la d.ssa Giuliani e l'avvocato Mattia Aprea legale del Comune di Formia come "bocca della verità", stravolgendo la realtà dei fatti, ossia le loro reali dichiarazioni e opinioni, che si trattava di “omicidio, killer e contesto di camorra” e che quindi io mi sbagliavo, dichiarazioni e opinioni dei due suddetti rivelatesi completamente erronee; (3) STRAVOLGE LA VERITÀ DEI FATTI col seguente occhiello A GROSSI CARATTERI, carpendo mie parole per metterle illogicamente e falsamente in bocca alla suddetta d.ssa Giuliani così come di seguito: "Dice la criminologa Imma Giuliani, che ha seguito il caso: "L'omicida ha agito per motivi personali, accecato dal rancore per avere perso una lunga battaglia legale...".
LA VERITÀ INVECE È UN'ALTRA ED È NOTA: subito dopo l'uccisione dell'avvocato Piccolino, mentre la maggior parte dei media basandosi su dichiarazioni di "addetti ai lavori" gridava all'omicidio commesso da un killer professionista della camorra, così formando l'icona del martire e dell'eroe, IL SOTTOSCRITTO RILASCIAVA LA SEGUENTE DICHIARAZIONE RIPRESA DAI MEDIA fra cui www.temporeale.info e www.golfotv.it “Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".
Alle dichiarazioni del sottoscritto la d.ssa Giuliani così apoditticamente replicava: "Il modus operandi dell’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino ha chiari elementi che rafforzano l’ipotesi di una vendetta maturata negli ambienti della criminalità organizzata per eliminare un paladino della giustizia che operava in maniera concreta e operativa contro ogni forma di illegalità nel sud pontino. L’ipotesi viene rafforzata se si considerano le pregresse aggressioni che il legale aveva subito in passato, di chiara matrice di apparenze delinquenziale. Infatti nel 2009 era stato aggredito nel suo studio a colpi di cric sulla testa, vicenda per la quale era finito indagato un esponente della criminalità locale, appartenente a una nota famiglia camorristica. Dopo tre anni ignoti scaricarono teste di pesce davanti al suo studio. Non è da trascurare la modalità della prima aggressione che riprende in maniera evidente il modus operandi che ha provocato la morte di Piccolino: colpire alla testa è una modalità di esecuzione caratteristica degli ambienti malavitosi e terroristici."
INOLTRE LA D.SSA GIULIANI, ATTINGENDO LE MIE DICHIARAZIONI ED ANALISI, MA AL CONTEMPO NON POTENDO DEL TUTTO SMENTIRE SE STESSA, RILASCIAVA ANCHE LA SEGUENTE DICHIARAZIONE: "Il modus operandi dimostra tutta la denigrazione e il disprezzo che il killer provava nei confronti della vittima. Considerata la modalità di intrusione presso lo studio di Piccolino si evidenzia che il killer non sembra essere ancora affiliato completamente all’organizzazione e che questo assassinio abbia compiuto un rito di passaggio in cui egli oggi può essere attivamente colluso con le attività criminali della zona”.
I MEDIA ANTICIPAVANO LE DICHIARAZIONI DELLA D.SSA GIULIANI CON LE SEGUENTI PREFAZIONI: "L’amministrazione comunale di Formia ha deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo che si terrà contro il colpevole dell’omicidio di Mario Piccolino, nominando l’avvocato Mattia Aprea, che è ancora consigliere comunale di maggioranza. E per questo ha anche scelto in qualità di perito la criminologa Immacolata Giuliani per poter seguire, domani mattina, l’esame autoptico sul corpo del legale, assassinato venerdì pomeriggio con un colpo di pistola al volto. L’autopsia avrà inizio alle ore 10,30 presso l’Ospedale di Cassino." e "Un omicidio su commissione, compiuto da un sicario non ancora affiliato al clan come prova di iniziazione. Ma soprattutto per inviare un messaggio chiaro all’amministrazione comunale di Formia. E’ questo il filone di indagine più accreditato sul quale stanno lavorando gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma".

IL SOTTOSCRITTO COSÌ REPLICAVA ALLE APODITTICHE CONCLUSIONI DELLA D.SSA GIULIANI E ALL'ENTOURAGE:Ho il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà "divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie. Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata". Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte? E perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di fronte e vicina, deve essere definito "professionista dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che può intervenire? Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo."

CONCLUDO:
A) DENUNCIANDO LA SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA REALTÀ DEI FATTI E DEI MERITI E DI DISCONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITÀ DEL SOTTOSCRITTO;
B) RISERVANDOMI DI AGIRE LEGALMENTE E DI CHIEDERE L'INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA, DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI, DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI E DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI;
C) DICHIARANDO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE AVREBBERO DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA AL SOTTOSCRITTO, AL SINDACO, ALL'AMMINISTRAZIONE ED ALLA CITTADINANZA DI FORMIA, AL SUD PONTINO, AL COMUNE DI GAETA ED AL SUO SINDACO DOTT. MITRANO, OLTRE ALLE PERSONALITÀ FAGOCITATE DALLE SUDDETTE DICHIARAZIONI QUALI IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA ZINGARETTI ED ALLO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO PER TUTTE LE DICHIARAZIONI APODITTICHE E ANTISCIENTIFICHE RILASCIATE.
Tutte le mie dichiarazioni sull'omicidio di Mario Piccolino sono consultabili in detcrime.blogspot.it e www.carmelolavorino.com
In fede. Prof. Carmelo Lavorino 27 giugno 2015

 Su www.golfotv.it una mia intervista sull'omicidio di Mario Piccolino

FINITE LE SCENEGGIATE E LE SFILATE, RISTABILITA LA VERITÀ
Pubblico quattro miei comunicati sull'omicidio dell'avv. Mario Piccolino dove ho sempre sostenuto e spiegato che si trattava di un killer NON professionista ma di un dilettante, di un omicidio non malavitoso e di una vendetta personale: TECNICA DEL CRIMINAL PROFILING. I comunicati sono del 16 giugno, il giorno della cattura di Michele Rossi, del 30 maggio, del 1° e del 2 giugno 2015.
Molti sapientoni, intelligentoni e "investigatori" di primo e ultimo pelo insorsero contro i miei argomenti, tanto che "convinsero" il Comune di Formia a costituirsi parte civile nell'incardinando processo contro l'assassino "SICURAMENTE KILLER DELLA CAMORRA" (!!!???) quando sarebbe stato catturato, a organizzare dimostrazioni pubbliche infangando ancora una volta il Sud Pontino parlando di camorra, di uccisione politica e messaggio al Sindaco ed all'Amministrazione Comunale ecc. ecc. Addirittura sono state propalate ad arte le seguenti favolette per il "popolino":
FAVOLA 1: "killer professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra";
FAVOLA 2: "killer alle prime armi sempre incaricato dalla camorra";
FAVOLA 3: "killer professionista";
FAVOLA 4 dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata".
MORALE DELLA FAVOLA: ATTIVARE IL CERVELLO PRIMA DI SCRIVERE E DI PARLARE, COLLEGARE MENTE, MANI, PENNA E TASTIERA...PENSARE ANCORA E POI SCRIVERE!
Invito a controllare il profilo dell'uomo catturato e indicato come l'assassino di Mario Piccolino con quello che tracciai a suo tempo, quando in moltissimi gracchiavano e strombazzavano "OMICIDIO DI CAMORA / KILLER PROFESSIONISTA".
Prof. Carmelo Lavorino Criminologo Criminalista Profiler – Crime Scene Analyst
Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale)

OMICIDIO MARIO PICCOLINO
Comunicato del 16 giugno 201, giorno della cattura di Michele Rossi
La tecnica/arte del Criminale Profiling è scienza, strumento investigativo e logica. Se si parte da pregiudizi, da emozioni e coinvolgimenti personali, ambientali, ideologici e d'interesse personale SI SBAGLIA. Il profilo si traccia studiando con freddezza il modus operandi, la scena del crimine e i luoghi, la vittimologia, i movimenti del soggetto ignoto e i rischi corsi, l'arma del delitto, le vie di fuga, lo stile, i livelli criminali ...ed altro!
Attaccare il somaro dove vuole il padrone è un errore che il profiler non deve assolutamente fare, ma per fare questo deve essere freddo, non coinvolto, distaccato, analitico e osservatore.
Ho spiegato per tre volte perché NON ERA UN KILLER PROFESSIONISTA, fra poco pubblico quello che scrissi e dichiarai quando IL CUORE, LA MENTE E GLI INTERESSI IDEOLOGICI AMBIENTALI E INFORMATIVI VOLEVANO IL KILLER PROFESSIONISTA DELLA CAMORRA.
Omnia munda mundi.
Mizu no kokoro, tsuki no kokoro (la Mente come l'acqua, la Mente come la luna).

OMICIDIO MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".

OMICIDIO MARIO PICCOLINO: NON PARLIAMO DI KILLER PROFESSIONISTA
Comunicato del 1° giugno 2015
Ho letto che il killer sarebbe un professionista perché ha esploso un colpo solo dall'alto verso il basso facendo inginocchiare la vittima (come nel film Gomorra). Attenzione: il killer professionista (nella fattispecie sarebbe un itinerante) non lascia tracce di sé, esplode il colpo di grazia, elimina i testimoni, si traveste, si mimetizza, non si fa notare e tanto meno descrivere; e studia la via di fuga per farla franca.
Il killer di Mario Piccolino si è comportato da perfetto dilettante, quindi non è un professionista: tertium non datur!
Come mai un colpo dall'alto verso il basso nonostante l'assassino sia stato descritto basso e la vittima invece era alta e nonostante non vi sia stato nessun inginocchiamento? Come mai una linea di sparo anomala e contraria alla logica delle cose e delle descrizioni?
È ovvio, per chi s'intende di omicidi e di balistica, che fra aggressore e vittima si è svolta la c.d."interazione dinamica omicidiaria" ed è palese che non vi è stato alcun "inginocchiamento forzato alla Gomorra per umiliare la vittima". Trattasi di dinamiche naturali e complesse!
Un colpo solo alla fronte con un proiettile di piccolo calibro? È un gesto omicidiario altamente simbolico e significativo della volontà di sbarazzarsi di una persona odiata esploso da un dilettante e non da un professionista. Il professionista esplode il colpo di grazia cosa che nella fattispecie non è accaduta, specialmente se il calibro è piccolo

OMICIDIO PICCOLINO: NON CREDO ALLA MANO FERMA E DECISA DEL KILLER PROFESSIONISTA CHE SPARA A DISTANZA RAVVICINATA – Comunicato del 2 giugno 2015
Ho il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà "divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie. Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata".
Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte?
E perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di fronte e vicina, deve essere definito "professionista dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che può intervenire?
Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo. L'ho spiegato diverse volte e lo ribadisco, ripetita juvant: 1) il killer ha lasciato proprie tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive che senza ombra di dubbio lo incastreranno; e un professionista queste cose non le fa; 2) il colpo UNICO alla fronte a distanza ravvicinata è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; manca il colpo di grazia: un killer professionista queste cose non le fa; 3) l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone x un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; 4) il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena"; 5) un killer professionista non lascia il testimone visivo dell'omicidio in vita, lo elimina, inoltre si traveste, si travisa.
Quindi, non inventiamo la favoletta della mano ferma e decisa perché il colpo è stato esploso a contatto e non a distanza.
Ultimo ma non per questo ultimo (last but not least): un killer professionista MAI si avvicina alla vittima e MAI punta l'arma a pochissimi centimetri di distanza, se lo facesse correrebbe troppi rischi...addirittura con un testimone presente!!!
Morale della storia: 1) l'assassino di Mario Piccolino non può essere un sicario professionista specialista perché ha trasgredito TUTTE le regole del killer professionista; 2) il colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata non può essere giudicato con le caratteristiche della precisione, della freddezza e della fermezza in quanto tale comportamento è indicatore di dilettantismo.


OMICIDIO MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".


martedì 12 maggio 2015

Seminario DNA - Roma - 20 Giugno 2015

Seminario di Studi CESCRIN
"SCENA DEL CRIMINE E DNA NUCLEARE E MITOCONDRIALE: dal Giallo di Via Poma al Delitto di Brembate"
Sabato 20 Giugno h 09:45 - 13:45
 Presso LIBRERIA MEDICHINI CLODIO Piazzale CLODIO 26 A/B/C - ROMA

  
PROGRAMMA
Avv. Luigi Vincenzo. "Introduzione"
Prof. Carmelo Lavorino. "SCENA DEL CRIMINE "Serbatoio di dati investigativi". Analisi Investigative Sistemiche Criminali. Casi di storia."
D.ssa Marina Baldi. "DNA cellulare e mitocondriale; significato criminalistico e investigativo di loci, alleli e combinazioni e frequenze alleliche."
Prof. Claudio Lavorino. "Limiti ed errori, danneggiamenti, esiguità della traccia, contaminazioni del DNA."
Prof. Emiliano Giardina / D.ssa Laura Manzo. "Genetica forense: metodologia dei rilievi e degli accertamenti. Applicazioni investigative."
Prof. Francesco Sidoti. "Conclusioni"
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PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO

La SCIENZA DELLE TRACCE è di importanza fondamentale nell'investigazione criminale e nella CSI (Crime Scene Investigations) e, in in tale scienza multidisciplinare, la GENETICA FORENSE ha un peso enorme perché tratta la traccia per antonomasia, il DNA: la traccia più potente e determinate dal punto di vista identificativo, la traccia più "prodotta e dispensata" sulle scene del crimine dal "soggetto ignoto" e da tutti gli attori della vicenda criminosa.
Questo seminario, data per scontata l'esizialità straordinaria e di enormi peso e magnitudo dei nessi fra l'investigazione criminale, l'attività giuridico-forense e la genetica, vuole individuare, indicare e discutere su due aspetti principali dell'Arte: primo, l'uso nell'attività investigativa del DNA e dei risultati della genetica forense, sia a livello di management investigativo, sia d'interpretazione della traccia a livello singolo/fattoriale, globale e sistemico; secondo, i limiti laboratoristici della genetica forense quali i danneggiamenti chimico-fisici del DNA, le contaminazioni, l'esiguità del reperto, il non rispetto delle procedure e dell'elaborazione / interpretazione finalizzata dei dati.
In questi ultimi anni il DNA ha risolto, da solo o combinato con le altre discipline più o meno "vecchie" ma in continua evoluzione (dattiloscopia, balistica, merceologia, telematica, medicina legale...) e "nuove (BPA, WPA, RITRIDEC...), moltissimi casi criminosi, mentre in altri è stato interpretato in modo incerto o ambiguo perché la traccia (reperto) e/o il metodo di repertazione e/o di elaborazione presentavano anch'essi le caratteristiche dell'incertezza o dell'ambiguità, dell'esiguità e dell'inutizzabilità della traccia.
Sicuramente il problema "indagini scientifiche" o "indagini tradizionali" è un falso problema, perchè un'Investigazione seria, con la I maiuscola, deve avvalersi della multidisciplinarietà della criminalistica, della criminologia, dell'intelligence, della logica e dell'indagine sul campo e su tutti i dati e le tracce di qualunque tipo, dati da considerare, analizzare e considerare sia a livello singolo che sistemico-insiemistico. Di questo aspetto e falso problema il seminario non tratta.
Il seminario è prodromico a quello in programma per il mese di novembre e che prevede tre giorni e venti ore di lavoro, l'intervento di dieci relatori: da venerdì pomeriggio alla domenica ora di pranzo.
Principali casi di storia trattati: Yara Gambirasio, Brembate; Serena Mollicone, Arce; Meredith Kercher, Perugia; Simonetta Cesaroni, Roma; Claudia Agostini, Roma. 

sabato 25 aprile 2015

OMICIDIO YARA / PROCESSO BOSSETTI

OMICIDIO YARA E UDIENZA PRELIMINARE PER BOSSETTI: OCCORRONO CERTEZZE!
Cosa dovrebbe accadere all'udienza preliminare per arrivare alla verità ed evitare errori e lungaggini.
Mi auguro, a prescindere dalle posizioni del Pubblico Ministero, della Difesa dell'indagato e delle Persone Offese, che il GUP disponga motu proprio le seguenti perizie in modo da individuare, definire e fissare una volta per tutte i dati certi, quelli probabili, quelli certi, quelli incerti e quelli impossibili. Dati scientifici e parametri che delimiteranno una volta per tutte il terreno di scontro e decisionale per risolvere il caso della terribile accusa a Bossetti e della morte della povera Yara.
La prima perizia ovviamente è quella relativa il DNA nucleare e il DNA mitocondriale, una questione che sta tenendo banco da diversi mesi e che assolutamente deve essere risolta. Una perizia che verifichi il lavoro sinora svolta dai vari consulenti del PM e che in base alla documentazione esistente possa redimere il problema: la famosa traccia 31G20 rilevata sulle mutandine di Yara cosa contiene realmente? Il DNA nucleare di Bossetti? Il DNA mitocondriale di Yara? Il DNA mitocondriale di un altro eventuale soggetto? È frutto di commistione di tre tracce biologiche di tre soggetti: Yara Gambirasio, Massimo Bossetti e una terza persona? Come mai non c'è il DNA mitocondriale di Bossetti? Cosa è accaduto realmente? Qual è il significato/peso scientifico e forense della traccia 31G20?
Una perizia merceologica per verificare se le fibre tessili rinvenute su Yara siano riferibili o non all'interno del furgone di Bossetti e/o in quale misura e grado di probabilità.
Una perizia sulle immagini e sui filmati di tutte le telecamere per verificare se, quando e dove si tratta del furgone Iveco di Bossetti e il tipo di tragitto che lo stesso avrebbe effettuato o potuto effettuare.
Una perizia medico legale per individuare l'orario, i tempi di sopravvivenza, le modalità aggressive, le tipologie delle lesioni, lo stato dei vestiti e la corrispondenza dei tagli alle lesioni, i mezzi e le cause della morte, compreso se si tratti di un offender destrimane o mancino.
Una perizia per stabilire se il luogo del rinvenimento del cadavere sia anche quello dell'aggressione, o se il corpo sia stato trasportato a Chignolo d'Isola in un periodo diverso.
Una perizia per stabilire se e in quale misura le polveri riconducibili a calce rinvenute nei polmoni di Yara e le piccole sfere di ferro-cromo-nichel rinvenute sulle scarpe e in altre parti dei vestiti siano riferibili ai luoghi di lavoro frequentati da Bossetti.
Una perizia sui tabulati telefonici delle persone interessanti della vicenda, partendo da quelli di Yara, di Bossetti e delle persone a loro collegate, per individuare, tracciare e definire i posizionamenti, i comportamenti e i tragitti di tali persone.

BOSSETTI E YARA: MACREV – MATRICE CRONOLOGICA DELLA RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI
Riporto i posizionamenti del furgone Iveco asserito di Bossetti secondo gli inquirenti e quelli di Yara Gambirasio, perché ritengo che una teoria, una tesi, un impianto investigativo (accusatorio, difensivo o di controllo) o una sentenza, debbano rispondere congiuntamente, logicamente, dettagliatamente e scientificamente a tutti gli aspetti e i quesiti della questione in modo esatto: questo è coerenza, il resto è malafede o ignoranza!
  • 17:30 – Yara Gambirasio esce di casa e si reca nella Palestra di via Rampinelli.
  • 17:45 – Il cellulare di Bossetti viene agganciato alla BTS di Mapello in via Natta.
  • 18:00 - Il furgone di Bossetti è a Brembate di sotto presso il distributore di benzina di via Locatelli; viene filmato dalla videocamera del distributore.
  • 18:05 – Il furgone è ripreso da una banca in via Rampinelli.
  • 18:19 – Il furgone viene ripreso dalla videocamera del distributore di benzina di via Locatelli mentre percorre la stessa via.
  • 18:25 Yara riceve un sms dall'amica Martina; il suo telefonino viene agganciato dalla BTS di zona Ponte San Pietro.
  • 18:30 Yara Gambirasio esce dalla palestra (dichiarazione di una istruttrice).
  • 18:35 – Il furgone viene filmato dalla videocamera di un'azienda che si dirige verso via Rampinelli.
  • 18:44 - Yara risponde al SMS; il suo telefonino viene agganciato dalla BTS di Ponte San Pietro.
  • 18:45 – Il furgone viene ripreso dalla videocamera dell'azienda che marcia in direzione opposta.
  • 18:49 Yara riceve un altro SMS da Martina, al quale non risponderà; il suo telefonino viene agganciato dalla BTS di Mapello via Natta.
  • 19:11:33 Il telefono di Yara risulta spento.
  • 19:51 – Il furgone viene ripreso dalla telecamera del benzinaio in via Locatelli.
QUATTRO CONSIDERAZIONI
Un furgone che gli inquirenti ritengono essere quello di Bossetti circola in zona, occorre verificare scientificamente se sia sempre lo stesso, se sia di Bossetti o quale sia di Bossetti e quale no.
Poiché Yara è uscita verso le 18:30 ed ha risposto al SMS dell'amica Martina 14 minuti dopo, appare certissimo che sino al momento della risposta - h 18:44 - non era stata aggredita e disattivata, ed appare probabile che fosse già all'interno del veicolo del rapitore in stato di non allarme e di tranquillità, che aveva fiducia nel suo assassino anche all'interno del veicolo in movimento, che il veicolo stesse uscendo dalla zona di copertura della BTS di Ponte San Pietro per entrare in quella coperta dalla BTS di Mapello in via Natta, cioè, che si stava allontanando da Brembate per recarsi in zona Chignolo d'Isola.
SE la considerazione precedente è esatta, appare evidente che SE il furgone ripreso alle 19:51 è di Bossetti, l'impianto accusatorio deve spiegare come avrebbe fatto Bossetti a stare verso le 19:30 a Chignolo d'Isola, a stazionarvici per il tempo necessario (una ventina di minuti) all'aggressione ed allo scempio, e poi tornare sui luoghi del rapimento.

SE poi Yara non è uscita dalla palestra alle 18:30 occorre risolvere "come mai", "da chi" ci si trovi di fronte a un dato sbagliato/falso nonostante sia di importanza illimitata e a "cui prodest?".

sabato 28 marzo 2015

L'OMICIDO MERIDITH E L'INGANNO STRUTTURALE DEL "L'OMICIDO IN CONCORSO CON ALTRI"

IL FALSO PROBLEMA DEL "CONCORSO OMICIDIARIO"
Smettiamola di farci prendere in giro da chi tenta di propinarci L'INGANNO STRUTTURALE sull'omicidio Meredith Kercher con l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
L'INGANNO STRUTTURALE consiste nel porre il falso quesito "Chi sono gli ignoti che hanno ucciso Meredith in corncorso con Rudi Guede, visto che la sentenza di condanna dell'ivoriano parla di "concorso con ignoti""?
Il quesito non ha motivo di esistere perché Rudi Guede ha ucciso Meredith da solo, perché i Giudici di primo grado e dell'appello hanno ritenuto – A TORTO - che gli "ignoti" fossero proprio Amanda e Raffaele, quindi non tanto ignoti. NON VI SONO "IGNOTI" E NON VI SONO "ALTRI"!
Difatti, la sentenza di primo grado contro Guede recita testualmente: "Riteneva il giudice di primo grado che il delitto fosse stato commesso in concorso con altre persone, sia per le tracce della Kercher rinvenute in un coltello sequestrato in casa del ragazzo della Knox, Raffaele Solecciti, sia per le impronte di piedi lasciate sul pavimento della stanza della Kerher...". RISULTA EVIDENTE CHE GLI "IGNOTI" PER IL GUP SONO AL 100% AMANDA E RAFFAELE, poi, il fatto che il DNA sul coltello non fosse della vittima, che le impronte dei piedi non fossero di Raffaele Sollecito ma di Rudi Guede, che il DNA sul gancetto non fosse di Sollecito (evidenze stabilite nel processo d'appello contro Amanda e Raffaele) la dice tutta sulla "certezza" degli elementi che hanno indotto il GUP di ritenere che gli "ignoti" fossero Amanda e Raffaele.
E dice la sentenza d'appello che condanna Rudi Guede: "Ad avviso dei giudici di merito, secondo la versione più credibile dei fatti, proprio per la presenza di chiare tracce riconducibili alla Knox ed al Sollecito in casa, i due insieme al Guede sarebbero entrati in casa dove si sarebbe verificata una escalation di violenza, ai fini sessuali, sulla povera Meredith...". E'  EVIDENTE CHE GLI "IGNOTI" PER I GIUDICI DELLA SENTENZADELL'APPELLO SONO AL 100% AMANDA E RAFFAELE...a prescindere che si basano sul falso presupposto delle tracce innanzi detto.

COS'È "L'INGANNO STRUTTURALE"
L’INGANNO STRUTTURALE si verifica quando si arriva a conclusioni sbagliate causa un invisibile e geniale falso presupposto inserito nel nucleo reggente del fatto/evento che si sta analizzando.
L’INGANNO STRUTTURALE ha bisogno, per essere tale, di un abile regista, del falso presupposto ben nascosto e mimetizzato, del ragionamento esatto basato sul presupposto falso, sulle conclusioni false in seguito al ragionamento esatto ma basato su fondamenti falsi posti come assiomi, su destinatari delle conclusioni false che abbiano le caratteristiche di abboccare all’amo causa la fretta, la certezza di non sbagliare, la presunzione di essere dominatori e potenti.
L’INGANNO STRUTTURALE si verifica quando si nutre fiducia su chi propina errori di fonte autorevole, avendo tali destinatari la qualità dell'onestà etica e intellettuale.

L’INGANNO STRUTTURALE è il doppio sistema di presupposti errorifici, impalpabile e cementificato, formato (1) dalla barriera invisibile che impedisce la soluzione del caso, (2) dal nucleo invisibile che contiene nella sua intimità segreta gli errori, i travisamenti, gli artifizi e i raggiri che hanno permesso allo stesso INGANNO STRUTTURALE di nascere e crescere.