mercoledì 17 giugno 2015

OMICIDIO MARIO PICCOLINO

COMUNICATO STAMPA “CRITICO ASPRAMENTE L'ARTICOLO DEL SETTIMANALE GIALLO SULL'OMICIDIO MARIO PICCOLINO, DENUNCIO LA SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA REALTÀ DEI FATTI, MI RISERVO DI AGIRE LEGALMENTE, DICHIARO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE DEL COMUNE DI FORMIA AVREBBERO DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA A MOLTI...”
Critico aspramente il settimanale GIALLO nelle persone del direttore responsabile, del caporedattore e della giornalista autrice dell'articolo "IL KILLER GUARDAVA MARIO NEGLI OCCHI" (pag. 56-57, nr 26 Anno III, articolo sull'omicidio in Formia dell'avvocato Mario Piccolino accaduto il 29.5.2015) per il contenuto omissivo alterante della realtà dei fatti e la d.ssa Immacolata Giuliani che enuncia le mie dichiarazioni sul caso come se fossero le sue attribuendo a se stessa deduzioni, conclusioni e meriti certamente non suoi ma SOLO del sottoscritto ed evita, inoltre, di ammettere che io avevo ragione e lei torto. Articolo che (1) OMETTE DI INFORMARE L'OPINIONE PUBBLICA che sin dall'inizio dichiarai con motivazioni logiche, tecniche e scientifiche che non si trattava di killer professionista, né di sicario e omicidio di camorra, ma omicidio con movente del tipo personale, emozionale ed espressivo, pur essendo perfettamente a conoscenza di tutte le mie dichiarazioni e delle mie posizioni sul caso; (2) presenta la d.ssa Giuliani e l'avvocato Mattia Aprea legale del Comune di Formia come "bocca della verità", stravolgendo la realtà dei fatti, ossia le loro reali dichiarazioni e opinioni, che si trattava di “omicidio, killer e contesto di camorra” e che quindi io mi sbagliavo, dichiarazioni e opinioni dei due suddetti rivelatesi completamente erronee; (3) STRAVOLGE LA VERITÀ DEI FATTI col seguente occhiello A GROSSI CARATTERI, carpendo mie parole per metterle illogicamente e falsamente in bocca alla suddetta d.ssa Giuliani così come di seguito: "Dice la criminologa Imma Giuliani, che ha seguito il caso: "L'omicida ha agito per motivi personali, accecato dal rancore per avere perso una lunga battaglia legale...".
LA VERITÀ INVECE È UN'ALTRA ED È NOTA: subito dopo l'uccisione dell'avvocato Piccolino, mentre la maggior parte dei media basandosi su dichiarazioni di "addetti ai lavori" gridava all'omicidio commesso da un killer professionista della camorra, così formando l'icona del martire e dell'eroe, IL SOTTOSCRITTO RILASCIAVA LA SEGUENTE DICHIARAZIONE RIPRESA DAI MEDIA fra cui www.temporeale.info e www.golfotv.it “Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".
Alle dichiarazioni del sottoscritto la d.ssa Giuliani così apoditticamente replicava: "Il modus operandi dell’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino ha chiari elementi che rafforzano l’ipotesi di una vendetta maturata negli ambienti della criminalità organizzata per eliminare un paladino della giustizia che operava in maniera concreta e operativa contro ogni forma di illegalità nel sud pontino. L’ipotesi viene rafforzata se si considerano le pregresse aggressioni che il legale aveva subito in passato, di chiara matrice di apparenze delinquenziale. Infatti nel 2009 era stato aggredito nel suo studio a colpi di cric sulla testa, vicenda per la quale era finito indagato un esponente della criminalità locale, appartenente a una nota famiglia camorristica. Dopo tre anni ignoti scaricarono teste di pesce davanti al suo studio. Non è da trascurare la modalità della prima aggressione che riprende in maniera evidente il modus operandi che ha provocato la morte di Piccolino: colpire alla testa è una modalità di esecuzione caratteristica degli ambienti malavitosi e terroristici."
INOLTRE LA D.SSA GIULIANI, ATTINGENDO LE MIE DICHIARAZIONI ED ANALISI, MA AL CONTEMPO NON POTENDO DEL TUTTO SMENTIRE SE STESSA, RILASCIAVA ANCHE LA SEGUENTE DICHIARAZIONE: "Il modus operandi dimostra tutta la denigrazione e il disprezzo che il killer provava nei confronti della vittima. Considerata la modalità di intrusione presso lo studio di Piccolino si evidenzia che il killer non sembra essere ancora affiliato completamente all’organizzazione e che questo assassinio abbia compiuto un rito di passaggio in cui egli oggi può essere attivamente colluso con le attività criminali della zona”.
I MEDIA ANTICIPAVANO LE DICHIARAZIONI DELLA D.SSA GIULIANI CON LE SEGUENTI PREFAZIONI: "L’amministrazione comunale di Formia ha deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo che si terrà contro il colpevole dell’omicidio di Mario Piccolino, nominando l’avvocato Mattia Aprea, che è ancora consigliere comunale di maggioranza. E per questo ha anche scelto in qualità di perito la criminologa Immacolata Giuliani per poter seguire, domani mattina, l’esame autoptico sul corpo del legale, assassinato venerdì pomeriggio con un colpo di pistola al volto. L’autopsia avrà inizio alle ore 10,30 presso l’Ospedale di Cassino." e "Un omicidio su commissione, compiuto da un sicario non ancora affiliato al clan come prova di iniziazione. Ma soprattutto per inviare un messaggio chiaro all’amministrazione comunale di Formia. E’ questo il filone di indagine più accreditato sul quale stanno lavorando gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma".

IL SOTTOSCRITTO COSÌ REPLICAVA ALLE APODITTICHE CONCLUSIONI DELLA D.SSA GIULIANI E ALL'ENTOURAGE:Ho il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà "divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie. Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata". Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte? E perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di fronte e vicina, deve essere definito "professionista dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che può intervenire? Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo."

CONCLUDO:
A) DENUNCIANDO LA SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA REALTÀ DEI FATTI E DEI MERITI E DI DISCONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITÀ DEL SOTTOSCRITTO;
B) RISERVANDOMI DI AGIRE LEGALMENTE E DI CHIEDERE L'INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA, DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI, DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI E DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI;
C) DICHIARANDO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE AVREBBERO DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA AL SOTTOSCRITTO, AL SINDACO, ALL'AMMINISTRAZIONE ED ALLA CITTADINANZA DI FORMIA, AL SUD PONTINO, AL COMUNE DI GAETA ED AL SUO SINDACO DOTT. MITRANO, OLTRE ALLE PERSONALITÀ FAGOCITATE DALLE SUDDETTE DICHIARAZIONI QUALI IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA ZINGARETTI ED ALLO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO PER TUTTE LE DICHIARAZIONI APODITTICHE E ANTISCIENTIFICHE RILASCIATE.
Tutte le mie dichiarazioni sull'omicidio di Mario Piccolino sono consultabili in detcrime.blogspot.it e www.carmelolavorino.com
In fede. Prof. Carmelo Lavorino 27 giugno 2015

 Su www.golfotv.it una mia intervista sull'omicidio di Mario Piccolino

FINITE LE SCENEGGIATE E LE SFILATE, RISTABILITA LA VERITÀ
Pubblico quattro miei comunicati sull'omicidio dell'avv. Mario Piccolino dove ho sempre sostenuto e spiegato che si trattava di un killer NON professionista ma di un dilettante, di un omicidio non malavitoso e di una vendetta personale: TECNICA DEL CRIMINAL PROFILING. I comunicati sono del 16 giugno, il giorno della cattura di Michele Rossi, del 30 maggio, del 1° e del 2 giugno 2015.
Molti sapientoni, intelligentoni e "investigatori" di primo e ultimo pelo insorsero contro i miei argomenti, tanto che "convinsero" il Comune di Formia a costituirsi parte civile nell'incardinando processo contro l'assassino "SICURAMENTE KILLER DELLA CAMORRA" (!!!???) quando sarebbe stato catturato, a organizzare dimostrazioni pubbliche infangando ancora una volta il Sud Pontino parlando di camorra, di uccisione politica e messaggio al Sindaco ed all'Amministrazione Comunale ecc. ecc. Addirittura sono state propalate ad arte le seguenti favolette per il "popolino":
FAVOLA 1: "killer professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra";
FAVOLA 2: "killer alle prime armi sempre incaricato dalla camorra";
FAVOLA 3: "killer professionista";
FAVOLA 4 dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata".
MORALE DELLA FAVOLA: ATTIVARE IL CERVELLO PRIMA DI SCRIVERE E DI PARLARE, COLLEGARE MENTE, MANI, PENNA E TASTIERA...PENSARE ANCORA E POI SCRIVERE!
Invito a controllare il profilo dell'uomo catturato e indicato come l'assassino di Mario Piccolino con quello che tracciai a suo tempo, quando in moltissimi gracchiavano e strombazzavano "OMICIDIO DI CAMORA / KILLER PROFESSIONISTA".
Prof. Carmelo Lavorino Criminologo Criminalista Profiler – Crime Scene Analyst
Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale)

OMICIDIO MARIO PICCOLINO
Comunicato del 16 giugno 201, giorno della cattura di Michele Rossi
La tecnica/arte del Criminale Profiling è scienza, strumento investigativo e logica. Se si parte da pregiudizi, da emozioni e coinvolgimenti personali, ambientali, ideologici e d'interesse personale SI SBAGLIA. Il profilo si traccia studiando con freddezza il modus operandi, la scena del crimine e i luoghi, la vittimologia, i movimenti del soggetto ignoto e i rischi corsi, l'arma del delitto, le vie di fuga, lo stile, i livelli criminali ...ed altro!
Attaccare il somaro dove vuole il padrone è un errore che il profiler non deve assolutamente fare, ma per fare questo deve essere freddo, non coinvolto, distaccato, analitico e osservatore.
Ho spiegato per tre volte perché NON ERA UN KILLER PROFESSIONISTA, fra poco pubblico quello che scrissi e dichiarai quando IL CUORE, LA MENTE E GLI INTERESSI IDEOLOGICI AMBIENTALI E INFORMATIVI VOLEVANO IL KILLER PROFESSIONISTA DELLA CAMORRA.
Omnia munda mundi.
Mizu no kokoro, tsuki no kokoro (la Mente come l'acqua, la Mente come la luna).

OMICIDIO MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".

OMICIDIO MARIO PICCOLINO: NON PARLIAMO DI KILLER PROFESSIONISTA
Comunicato del 1° giugno 2015
Ho letto che il killer sarebbe un professionista perché ha esploso un colpo solo dall'alto verso il basso facendo inginocchiare la vittima (come nel film Gomorra). Attenzione: il killer professionista (nella fattispecie sarebbe un itinerante) non lascia tracce di sé, esplode il colpo di grazia, elimina i testimoni, si traveste, si mimetizza, non si fa notare e tanto meno descrivere; e studia la via di fuga per farla franca.
Il killer di Mario Piccolino si è comportato da perfetto dilettante, quindi non è un professionista: tertium non datur!
Come mai un colpo dall'alto verso il basso nonostante l'assassino sia stato descritto basso e la vittima invece era alta e nonostante non vi sia stato nessun inginocchiamento? Come mai una linea di sparo anomala e contraria alla logica delle cose e delle descrizioni?
È ovvio, per chi s'intende di omicidi e di balistica, che fra aggressore e vittima si è svolta la c.d."interazione dinamica omicidiaria" ed è palese che non vi è stato alcun "inginocchiamento forzato alla Gomorra per umiliare la vittima". Trattasi di dinamiche naturali e complesse!
Un colpo solo alla fronte con un proiettile di piccolo calibro? È un gesto omicidiario altamente simbolico e significativo della volontà di sbarazzarsi di una persona odiata esploso da un dilettante e non da un professionista. Il professionista esplode il colpo di grazia cosa che nella fattispecie non è accaduta, specialmente se il calibro è piccolo

OMICIDIO PICCOLINO: NON CREDO ALLA MANO FERMA E DECISA DEL KILLER PROFESSIONISTA CHE SPARA A DISTANZA RAVVICINATA – Comunicato del 2 giugno 2015
Ho il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà "divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie. Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata".
Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte?
E perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di fronte e vicina, deve essere definito "professionista dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che può intervenire?
Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo. L'ho spiegato diverse volte e lo ribadisco, ripetita juvant: 1) il killer ha lasciato proprie tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive che senza ombra di dubbio lo incastreranno; e un professionista queste cose non le fa; 2) il colpo UNICO alla fronte a distanza ravvicinata è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; manca il colpo di grazia: un killer professionista queste cose non le fa; 3) l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone x un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; 4) il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena"; 5) un killer professionista non lascia il testimone visivo dell'omicidio in vita, lo elimina, inoltre si traveste, si travisa.
Quindi, non inventiamo la favoletta della mano ferma e decisa perché il colpo è stato esploso a contatto e non a distanza.
Ultimo ma non per questo ultimo (last but not least): un killer professionista MAI si avvicina alla vittima e MAI punta l'arma a pochissimi centimetri di distanza, se lo facesse correrebbe troppi rischi...addirittura con un testimone presente!!!
Morale della storia: 1) l'assassino di Mario Piccolino non può essere un sicario professionista specialista perché ha trasgredito TUTTE le regole del killer professionista; 2) il colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata non può essere giudicato con le caratteristiche della precisione, della freddezza e della fermezza in quanto tale comportamento è indicatore di dilettantismo.


OMICIDIO MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".