sabato 30 gennaio 2016

OMICIDIO INCORVAIA: OMICIDIO ...

Morte del Brigadiere dei Carabinieri Salvatore Incorvaia
Cold case del 1994 ... OMICIDIO ... NON SUICIDIO !!!

Conferenza Stampa - Giovedì 11 febbraio 2016 - Ore 15:30
MONZA - Hotel Falcone - Corso Milano 5 - Tel. 039 2300187

Il prof. Carmelo Lavorino, criminologo, criminalista, analista della scena del crimine e profiler, consulente della Famiglia INCORVAIA, esporrà tutti gli ELEMENTI NUOVI PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI E I MOTIVI DI CERTEZZA ASSOLUTA CHE SI TRATTA DI OMICIDIO E NON DI SUICIDIO.
  
INTERVERRANNO I FAMILIARI DEL 
BRIG. SALVATORE INCORVAIA

INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE a cescrin@gmail.com
Organizzazione CESCRIN      detcrime.blogspot.it       www.carmelolavorino.com


MORTE DEL BRIGADIERE CC SALVATORE INCORVAIA, COLD CASE DEL 1994: SETTIMANA CRUCIALE PER LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA.
Giovedì 11 febbraio si decide una volta per tutte se la morte del brigadiere è suicidio oppure omicidio, morte avvenuta la notte del 16 giugno 1994, 21 anni fa. A termine della Camera di consiglio e per le ore 15:30 abbiamo organizzato una conferenza stampa presso l'Hotel Falcone di Monza per spiegare all'opinione pubblica come stanno le cose.
Non vi è alcun motivo che depone per il suicidio, al 100% si tratta di omicidio: ciononostante gli inquirenti sono entrati nel deserto dell'errore d'equipe, di fonte autorevole e del convincimento autoriverberante e non escono dal deserto. Tale contesto errorifico-orrorifico iniziò nel 1994 con la consulenza autoptica del medico legale il quale, commettendo errori e superficialità che un eccellente professore come lui mai e poi mai avrebbe potuto/dovuto commettere, concluse che la morte era per suicidio. In seguito il medico legale, denunciato dal padre del brigadiere, ammise la maggior parte dei propri errori...però...si disse sempre convinto che si trattava di suicido (!?...sic!!!).
Due anni fa i familiari del brigadiere hanno presentato istanza per la riapertura delle indagini allegando una mia consulenza tecnica, successivamente il padre ha presentato denuncia-querela nei confronti di cinque persone che, a suo dire, avrebbero commesso una serie di errori tutti strumentali al depistaggio delle indagini: ebbene, il Pm (1) rifiuta la riapertura delle indagini con argomentazioni che critico e non condivido e impregnate del pregiudizio suicidiario, (2) chiede l'archiviazione della denuncia-querela perché questa è basata sul presupposto che la morte del brigadiere sia omicidio e non invece suicidio (!?). A mio avviso il Pm dà per scontato il presupposto del suicidio e pone tale conclusione a lui gradita come presupposto, in logica si chiama “errore di petizione di principio”.
È OVVIO CHE I FAMILIARI DEL BRIGADIERE CHIEDERANNO ALLA PROCURA GENERALE DI MILANO L'AVOCAZIONE DELLE INDAGINI.
***
RIPORTO UNO STRALCIO DELL'OPPOSIZIONE DEI FAMILIARI DEL BRIGADIERE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE ED AL RIGETTO DELLA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PER OMICIDIO, IN TALE STRALCIO VI SONO INSERITI PER MOTIVI DI OPPORTUNITÀ QUATTRO OMISSIS CHE SARANNO ESPLICITATI IN SEDE DI CONFERENZA STAMPA.
(…) Nonostante un'opera meticolosa, scientifica, oggettiva, sottoposta a controlli di gruppo e incrociati (e non certo "di parte" come sostenuto dalla Procura) come quella del Prof. LAVORINO e dei suoi collaboratori, e al cospetto della nostra sofferenza di Famiglia che da 20 anni è costretta a patire la negazione di circostanze evidenti, il Pubblico Ministero ha rigettato il tutto con due pagine di motivazioni, intimamente contraddittorie e che nulla dicono dal punto di vista scientifico, investigativo, criminalistico e criminologico, come in seguito si andrà a motivare.
(…) L'ISTANZA PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PROPONEVA I SEGUENTI OTTO PUNTI DI CONCLUSIONE SUPPORTATI DA SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI FONDANTI I CITATI PUNTI, ALL'UOPO SI ELENCA SINTETICAMENTE QUANTO IL PM NON CONFUTA E NON MOTIVA IN NEGATIVO:
A- GLI OTTO PUNTI NUOVI:
PUNTO 1 - NON SI TRATTA DI ATTO SUICIDIARIO BENSÌ DI OMICIDIO ABILMENTE CAMUFFATO DA SUICIDIO.
PUNTO 2 - L'OMICIDIO È STATO PERPRETATO DA UNA COMBINAZIONE CRIMINALE ABILE, ORGANIZZATA, PIANIFICATRICE, CONOSCITRICE DELLE ARMI, DELLA BALISTICA E DELLE TECNICHE INVESTIGATIVE DELL'EPOCA, CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE, POSSIBILITÀ, OPPORTUNITÀ, CAPACITÀ DI CONOSCENZA, D'INTERVENTO E DI CONTROLLO.
PUNTO 3 - SALVATORE INCORVAIA NON AVEVA ALCUN MOTIVO ED ALCUNA TENDENZA ALL'ATTO SUICIDIARIO, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE 1.
PUNTO 4 - VI È LA CERTEZZA LOGICA-SCIENTIFICA-CRIMINALISTICA CHE AL MOMENTO DELLO SPARO INCORVAIA NON IMPUGNAVA LA PISTOLA, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.
PUNTO 5 - VI È LA CERTEZZA SCIENTIFICA-LOGICA-CRIMINALISTICA CHE L'EVENTO OMICIDIARIO CHE HA VISTO E DETERMINATO L'ESPLOSIONE DEL COLPO MORTALE CONTRO IL BRIGADIERE SALVATORE INCORVAIA (OMISSIS...), COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE-INVESTIGATIVO 11.
PUNTO 6 - TRATTASI DI ATTO OMICIDIARIO (OMISSIS...) SEGUITO DA ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE DELLA SCENA E DEPISTAGGIO, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AI PUNTI DI CONCLUSIONE-INVESTIGATIVI 12, 13.
PUNTO 7 - VI È STATA UN'ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE DELLA SCENA E DI DEPISTAGGIO MESSA IN ESSERE DA UNA COMBINAZIONE CRIMINALE ORGANIZZATA E CONOSCITRICE ANCHE DELLE ATTIVITÀ DELLA VITTIMA, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 14, 15, 16.
PUNTO 8 - DEVONO ESSERE ATTUATE METICOLOSE, DELICATE E SEGRETISSIME INVESTIGAZIONI PER INDIVIDUARE, DISCRIMINARE, DEFINIRE, CLASSIFICARE E SISTEMIZZARE I RUOLI, I RANGHI, I COMPORTAMENTI, GLI OBIETTIVI, LE MOTIVAZIONI, I MOVENTI E GLI INTERESSI DI "CHI, COME, QUANDO, PERCHÉ, IN CHE MODO, CON CHI E DOVE" ABBIA ALTERATO LA SCENA, INQUINATO, DEPISTATO E FUORVIATO LE INDAGINI, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 12, 13, 14, 15, 16.

B- I SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI:
I punti di conclusione della RELAZIONE LAVORINO in seguito riportati sono tutti elementi investigativi, criminalistici, criminologici e d'intelligence che singolarmente, a gruppi, globalmente e interrelati sono univoci, certi, precisi, forti e concordanti nel dimostrare quanto precedentemente enunciato agli elementi nuovi I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII.
1) le conclusioni dell'autopsia psicologica del Dott. ENRICO DELLI COMPAGNI psicologo ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
2) l'assenza di microspruzzi ematici sul dorso della mano destra e sul polso del brig. Salvatore INCORVAIA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
3) l'assenza di consistenti residui di sparo sul dorso della mano destra del brigadiere ALLA QUALE IL PM FA RIFERIMENTO RICONOSCENDONE LA PROBALITÀ;
4) l'incompatibilità delle OTTO macchiette di sangue sulla manica destra e delle DUE macchiette di sangue sulla camicia (lato destro, vicino la cintura) con l'atto suicidiario, dimostrata tramite il Metodo BPA, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
5) l'assenza (a) sulla manica destra e sulla spalla destra della giacca di Incorvaia e sulla camicia delle macchie di sangue indicatrici di atto suicidiario e definite dal metodo BPA come BACK SPATTER, (b) sulla canna della pistola ed al suo interno del c.d. "effetto di ritorno del sangue" (draw back), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
6) l'assenza sul sedile, sul montante sinistro della vettura, sul tettuccio della vettura e sul finestrino anteriore sinistro delle macchie di sangue definite dalla BPA come FORWARD SPATTER, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
7) la certezza che la distanza di sparo è di almeno 5 cm, evidenza che reca ulteriore vulnus all'ipotesi suicidiaria, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA RIFERIMENTO TRANNE CHE RIPRENDERLA MINIMAMENTE E INDIRETTAMENTE QUANDO SI RIFERISCE ALL'ASSENZA DEL VIVO DI VOLATA;
8) l'impossibilità dell'esistenza della linea retta di sparo formata dai quattro punti critici (1) la bocca di fuoco, (2) il foro d'entrata, (3) il foro d'uscita, (4) il foro sul montante provocato dall'ogiva fuoruscita dalla tempia sinistra dimostrata tramite la RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale della scena del crimine), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
9) la dilatazione-ovalizzazione dell'orletto di struscio sul montante sinistro della vettura lasciato dall'ogiva, PALESEMENTE incompatibile con la linea retta di sparo formata dai quattro punti critici, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
10) l'impossibilità dell'autoesplosione del colpo da parte di Incorvaia dimostrata tramite il combinato disposto della BPA e della RITRIDEC, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E CHE INVECE TRAVISA;
11) le assenze singole e l'assenza globale dell'effetto FORWARD SPATTER sul montante sinistro della vettura (dove si sarebbe conficcata l'ogiva mortale), sul tettuccio della vettura e sul finestrino anteriore sinistro, provano che Incorvaia (OMISSIS...): trattasi del sangue che segue la direzione di moto del proiettile, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E CHE INVECE TRAVISA;
12) 13) 14) 15) 16) un insieme di considerazioni, conclusioni, osservazioni e constatazioni CCII (Criminalistiche Criminologiche Investigative Intelligence) dimostrano sia l'esistenza di indicatori dell'omicidio tutti incompatibili con l'ipotesi suicidiaria, sia l'esistenza dell'evento omicidio organizzato, di uno speciale modus operandi e di una specialissima attività di autoconservazione e autosicurezza da parte della combinazione criminale per "farla franca" (obiettivo, purtroppo, raggiunto), AI QUALI PUNTI COMPLESSI E SISTEMICI IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO.
(...)
NON SI COMPRENDE CON QUALE LOGICA E CON QUALE BASE SCIENTIFICA IL PM ABBIA CONFUTATO APODITTICAMENTE I SUDDETTI OTTO PUNTI E I SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI SENZA MOTIVAZIONE ALCUNA.
(...)
RICHIESTE
Per tutto quanto sopra esposto i sottoscritti INCORVAIA Giuseppe e INCORVAIA Sabina si oppongono alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero e chiedono che le indagini proseguano in modo creativo, lungimirante e sistemico, fra cui (1) (OMISSIS...), (2) l'individuazione dell'abile regista che ha condizionato l'inchiesta sino a fare determinare anche grazie ai vari depistaggi il falso scenario suicidiario, così coprendo la combinazione criminale assassina.
I sottoscritti chiedono in particolare che sulla base dei motivi e degli aspetti criminologici, criminalistici e investigativi esposti il Giudice restituisca gli atti al Pubblico Ministero per compiere un atto di indagine decisivo: una consulenza tecnica multidisciplinare e quindi collegiale (alla quale pertecipino anche i nostri esperti) che stabilisca definitivamente (1) se trattasi di azione omicidiaria oppure suicidiaria, attraverso l’applicazione di discipline e tecniche scientifiche quali la BPA (Blood Pattern Analisys), la RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale della scena del crimine), la balistica, la logica dell'investigazione criminale, e di ogni altra ritenuta utile e/o necessaria per la corretta ricostruzione della dinamica del fatto e che valuti se i cinque denunciati, (2) quali siano gli errori commessi durante l'inchiesta e le loro implicazioni.
Quanto sopra per acquisire un riscontro alle conclusioni ed alle tesi contenute nella relazione di consulenza tecnica del Prof. LAVORINO e dei suoi Collaboratori, che se confermate annullerebbero completamente i dubbi e le conclusioni (comunque apodittiche e prive di alcuna motivazione) su cui la Procura ha fondato il giudizio di insussistenza di qualsiasi reato, a partire dall’omicidio volontario. La conferma della tesi omicidiaria farebbe luce sulla verità dei fatti, e renderebbe necessarie indagini sulle ipotesi di depistaggio denunciate.

ANTEFATTO
La sera del 16 giugno 1994 SALVATORE INCORVAIA esce di casa alle 21:30 circa, dopo cena. Nota: Non avendo il medico legale esaminato il contenuto gastrico è impossibile determinare quante ore dopo cena il brigadiere Incorvaia sia morto. La moglie ha dichiarato che non vi è stata alcuna discussione o alcun litigio.
Il brigadiere Incorvaia si reca dal collega ed amico per sfogarsi di alcune incomprensioni che aveva col comandante della Stazione dei carabinieri di Vimercate. Il collega ha dichiarato che non vi era stato alcun litigio fra l'Incorvaia e la moglie, precisando che il brigadiere Incorvaia era agitato per problemi di lavoro all'interno della Stazione dei Carabinieri di Vimercate.
Incorvaia alle 23:55 lascia l'abitazione del collega e si reca al bar Tulipan in Vimercate, per bere una birra della sua marca preferita, la Du Demon. La proprietaria del locale ha dichiarato che Incorvaia non era preoccupato e nemmeno dedito all'alcool.
A mezzanotte e trenta Incorvaia esce dal bar Tulipan e si dirige verso Oreno. Nota: Oreno è il luogo dove il brigadiere Incorvaia sarà rinvenuto cadavere e dove era consapevole, tanto da averlo annotato in agenda, che avveniva spaccio di droga (rif. nota su agenda del 16/06/1992, pag. 117 AUTOPSIA PSICOLOGICA).
La mattina seguente il cadavere di Incorvaia viene rinvenuto da un passante, in una zona di campagna di Oreno, nei pressi della provinciale che collega Vimercate ad Arcore. Fra le mani, distanti una trentina di centimetri, c'è la pistola d'ordinanza con la canna rivolta verso sinistra; il finestrino anteriore destro in frantumi, quello posteriore destro abbassato; le luci di posizione accese, la macchina non risulta chiusa con le sicure; il motore è spento; le chiavi risultano inserite nel blocco di accensione in posizione “luci di parcheggio”.  Nonostante fosse frantumato il finestrino destro, lato del passeggero, il medico legale basa la sua consulenza e la ricostruzione della dinamica dei fatti sul falso presupposto che il finestrino rotto fosse il sinistro e, incredibilmente, non tiene conto che sul dorso della mano destra (quella che avrebbe dovuto esplodere il colpo) non vi era alcun microspruzzo di sangue, che sulla mano destra vi era UNA SOLA PARTICELLA TERNARIA DI RESIDUO DI SPARO, che le macchie di sangue erano INCOMPATIBILI con atto suicidiario, che molte cose NON quadravano.
Il 23/02/95 il PM della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza avanza al Gip, ai sensi dell'art. 415 c.p.p., una richiesta di archiviazione del procedimento penale contro ignoti n. 619/94 R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. poiché «la perizia autoptica ha concluso che tutti gli elementi sostanziali, i dati anamnestici e anatomopatologici orientano verso un'azione suicidiaria e non vi sono elementi in contrasto con tale ipotesi».
Il 24/02/95, l'ufficio del Gip emette un decreto di archiviazione del procedimento penale n. 619/94 R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. Dove dispone l'archiviazione, ordina la restituzione degli atti al PM, «il dissequestro e la restituzione all'Arma dei Carabinieri della pistola e dei proiettili sequestrati» con la motivazione che «non sono emerse alcune responsabilità di terzi».

Così si è formato il convincimento del suicidio, che noi contestiamo in toto.